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Le Terme di Firenze rappresentano un piccolo complesso termale isolato sulla via Cassia, tra boschi di pini e cipressi, in un’oasi tranquilla e rilassante, ai margini di un poggio che digrada dolcemente verso il fondovalle. Ci troviamo ad appena 11 km da Firenze, in direzione San Casciano Val di Pesa, da cui dista solo 7 km.
Lo stabilimento è composto da vari piccoli fabbricati, realizzati nel 1953, che recentemente sono stati restaurati e destinati a ospitare i reparti inalatori, idropinici e balneatori. Nel 1964 fu edificato un grande edificio da adibire ad albergo, ma successivamente trasformato in casa di cura privata.
Il vasto parco ombroso che circonda le terme è stato ridotto nella sua estensione poiché suddiviso in parte per la casa di cura e in parte per la piscina termale, aperta al pubblico nei mesi estivi. Questa piscina è alimentata a getto continuo dalle acque solfuree fredde, che però vengono miscelate alle acque dolci per mitigarne le caratteristiche, le quali possono risultare anche sgradevoli, particolarmente per l’odore di uovo marcio. La piscina offre servizi un po’ spartani (docce all’aperto, panche di legno), tuttavia costituisce un luogo molto piacevole, poiché inserita in un ambiente verde, circondato da prati ben curati e pini domestici.
Nel parco delle terme vi sono le fonti delle acque termali, di un certo effetto scenografico, che però l’USL ha fatto chiudere per motivi igienici; fatto alquanto strano e discutibile, se si pensa che le fonti termali quasi ovunque trovano la loro collocazione ideale nei parchi e nei giardini, spesso appositamente realizzati. Pertanto la mescita dell’acqua termale è stata riattivata e collocata in un padiglione interno.
Attorno al 1300 il conte Felsi fece captare alcune sorgenti nei propri terreni in località Bagnolo, tra cui la Fonte Antica, le cui acque, denominate “zolfe”, venivano bevute da cacciatori e contadini, che usavano anche portarvi a guarire le mucche affette dalla “zoppina”. Di un’altra sorgente, l’attuale Fonte Celeste, rimane ancora una lapide in marmo datata 1320. Prima della costruzione delle terme, la polla dell’acqua formava un cratere di 5 m, profondo 50 cm, nel quale gorgogliavano delle bollicine di gas. Quest’acqua, conosciuta come Acqua Zolfa, sprigionava un forte odore di idrogeno solforato e al sapore risultava salata e frizzante. Possedeva un colore giallastro e temperatura ambiente. Venivano utilizzati anche i fanghi contro le malattie della pelle e i dolori reumatici. Dalla descrizione effettuata nel 1896 da uno studioso dell’epoca, U. Mussi, pare che in passato si sia tentato di costruirvi una vasca, in quanto la Pozzanghera della Bifonica, così era chiamata, era circoscritta da un muro a secco. Uno stabilimento vero e proprio però fu aperto solo nel 1953, dopo che le analisi sulle acque, effettuate dall’università fiorentina, le giudicarono idonee alla terapia.

Le terme utilizzano alcune sorgenti di acqua fredda salso-bromo-iodica-solfurea: la Fonte Antica (o Acqua Cassia), che ha una temperatura di 15°C; la Fonte Celeste, con temperatura di 12°C; i Pozzi n.1 e n.2, con temperatura di 12 – 13°C. Sono tutte simili tra loro e contengono abbondanti quantità di cloruro di sodio e di potassio, oltre ad anidride carbonica, idrogeno solforato, calcio, magnesio e anidride solforica.
Vengono usate per bevanda e aerosolterapia (inalazioni, aerosol, humage), ma anche per bagni termali con idromassaggio. Sono indicate per malattie dell’apparato respiratorio (riniti, bronchiti ecc.), dell’apparato digerente (gastriti iposecretive, coliti ecc.), del fegato e delle vie biliari. Curano anche malattie cutanee (acne, psoriasi) e artropatie di tipo infiammatorio (poliartriti, artrosi, esiti di traumi ecc.).
Nel 2002, purtroppo, le terme hanno sospeso l’attività; non resta che attendere una prossima riapertura.

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